OnDeNet - Rivista a cura dell'indirizzo multimediale
della Scuola
di Specializzazione in analisi e gestione della comunicazione
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Parto gemellare: immagini e paroledi Benedetta Trocini e Davide Mattei Tra la molta spazzatura che fluttua nella rete ci sembra degno di nota segnalare un e-zine: Born Magazine. La querelle infinita tra immagine e parola sembra aver trovato una risposta, estremamente significativa, all'interno del progetto. L'originario dualismo ha trovato la sua fine nell'interazione continua tra il testo letterario e l'immagine artistica. Diversi poeti e designer hanno messo a frutto interessanti "miscugli" di parole su immagini, di immagini su suoni, di suoni su movimenti, offrendo ai visitatori del sito il piacere del risultato finale. Un risultato che si presenta ben confezionato e pronto alla lettura nell'unione del significato e significante di saussuriana memoria. L'effetto lo potremmo definire "cinematico". La tecnologia rende perfettamente multimediali i testi e le immagini, corredate da un apparato audio del tutto adeguato alle opere pubblicate. Si possono ammirare dalle semplici animazioni lineari a degli adattamenti interattivi di opere già famose o meri sperimentalismi. L'idea è venuta nel 1996 ad uno scrittore, Nick Crisafulli, interessato a pubblicare alcune storie brevi in rete. Grazie alla collaborazione con il designer Gabe Kean, direttore di Second Story Interactive Studios, l'idea di creare un sito che desse spazio a scrittori, poeti e grafici è diventata realtà. Come spiega lo stesso Kean in un'intervista rilasciata a Digital Web Magazine, la sfida della sua "creatura" è proprio quella di dare spazio ad artisti, sia essi scrittori che grafici senza restrizioni di copyright e quindi profitto. Dalla stessa intervista si sottolinea la libertà di azione-creazione degli autori di Born Magazine. Infatti questo aspetto di grande opera aperta emerge sin dalla homepage del sito. L'interfaccia viene offerta al navigatore come una sorta di enorme database, contenente tutte le collaborazioni fino ad allora prodotte. Osservando la parte superiore del sito notiamo una sorta di archivio-catalogo che ci consente di scegliere e visionare anche le opere degli anni passati. Sembra quasi di aggirarsi in una biblioteca dove, attraverso l'autore, il titolo o il genere, si può accedere al materiale che ci interessa e sfogliarlo liberamente. Sottostanti al mini archivio troviamo altre due sezioni in cui lo spettatore ha ancora possibilità di scelta: la prima chiamata Just Born, contenente le ultime creazioni inserite e generalmente costituite da interpretazioni multimediali di poesia e prosa breve; la seconda, The Birthing Room, rappresentata graficamente come un vetrino da coltivazione biologica, costituisce un raccoglitore di esperimenti interattivi, di design narrativo ed altre tecniche di story-telling. La raccolta di opere non si serve solo di ipertestualità, ma di tutti gli strumenti del variegato mondo multimediale, come le accattivanti melodie che accompagnano quasi tutti i testi. Note cromaticheDella musica, come parte integrante di Born Magazine, se ne occupa Infourm.com. Tutti gli autori ne sono interessati ed alcuni di loro la compongono in prima persona per i loro testi. Altro ingrediente imprescindibile crediamo sia quello della veste tipografica delle singole opere. Il colore, ad esempio, deve convogliare una serie di sollecitazioni espressive molto pregnanti. Il fruitore dell'opera multimediale non deve rimanere "abbagliato" dagli effetti, ma apprezzare complessivamente ciò che l'artista vuole esprimere. Così anche i font ed il loro scorrere ritmato lungo lo schermo, conferiscono un bilanciamento necessario alla staticità propria dei testi letterari. Purtroppo ci sembra chiaro che non tutti gli autori sono interessati ad interagire con i fruitori. Instaurare un feedback dovrebbe invece risultare stimolante dal punto di vista creativo, come abbiamo già avuto modo di analizzare nel sito di Superbad. Gli artisti dovrebbero non solo proporre materiale creativo, ma anche accogliere indicazioni o problematiche, per salvaguardare il concetto stesso di arte, inteso come attività umana basata su conoscenze ed abilità individuali, che altrimenti correrebbe il rischio di inaridirsi. L'interazione spettatore/creazione termina qui. Tutto quello che viene dopo la nostra scelta sul "cosa vedere", è solo "vedere". Ci si trova di fronte ad immagini raccontate da piccole o grandi poesie, senza poter però gestire in nessun modo il loro contenuto. Proprio per questo parlavamo di risultato finito; un risultato, che ci permette di stimolare la possibilità infinità della parola espressa nell'immagine e viceversa, ma che non ci consente di interagire con esso nel momento magico della creazione. Da un punto di vista pratico ci chiediamo inoltre quanti possano fruire linguisticamente di Born Magazine se hanno solo nozioni scolastiche della lingua inglese, o peggio, non la conoscono affatto. Quindi, cari creativi italiani, diamoci da fare per ideare una simbiosi tra testi, immagini e suoni anche noi! Il materiale non manca.
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